lunedì 21 novembre 2011

113 - Noio volevon savuar

















Oggi ho trascorso una pausa pranzo davvero spassosa, di quelle che si ricordano per un bel po'.

Allora, arrivo all'Havana Food qualche minuto dopo le 13, parcheggio la macchina prima di entrare termino la telefonata con Lory. Finisco sempre la telefonate prima di entrare, primo, perché non mi piace telefonare in luoghi pubblici pieni di persone, secondo, perché dentro c'è anche una pessima ricezione che mi costringe ad alzare la voce per farmi sentire, cosa che tendo ad escludere a priori.

Comunque finisco la la conversazione ed entro nel locale. Mi sistemo in un tavolino vuoto vista tv e aspetto il mitico Franco per l'ordinazione. Franco, finito un tavolo vicino al mio, arriva da me e  prende subito l'ordinazione scambiando una breve battuta (rarità più che straordinaria).

In attesa dell'ordine leggo qualche tweet quando improvvisamente lo sento ripete a voce più alta del solito PRIMI PIATTI. con il tipico tono di chi ripete a chi non ha capito.
Alzo gli occhi verso di lui e lo trovo vicino ad un tavolo con 5 persone chiaramente straniere, probabilmente est europeo. Se dovessi puntare 1 euro vi direi Russia o qualche repubblica ex URSS.

Rimango a guardarli incuriosito per vedere cosa ne esce fuori. Franco capisce che i 5 non parlano una parola 1 di italiano e non si scompone, si limita solo a parlare più lentamente e più forte sperando forse che questo mix produca miracolosi risultati.

Niente da fare, in pochi secondi è lo stallo. Lui non è assolutamente in grado di dire cosa c'è nel menù e gli altri non sono in grado di dire quello che vogliono. Franco allora comincia una sequenza di parole inglesizzate aiutandosi anche con le mani.
In tutto questo sforzo è chiaro che il suo inglese contiene solo ed esclusivamente la parola TOMATO che ripete come fosse un mantra purificante.

Franco lotta come un forsennato per far passare il concetto di pasta al fumé ma la sfida è titanica. Gli altri rispondono con "uader" nel disperato tentativo di ottenere al meno un po' d'acqua.
La cosa va avanti per alcuni minuti. I presenti sono incerti tra la pena per tanti sforzi mortificati e l'ilarità più totale.

Alla fine non ho capito chi dei tanti ha detto la parola magica pizza e incredibilmente la cosa di è subito velocizzata. Franco ha detto qualche nome a caso e tutti credo più per disperazione che per convinzione hanno subito accettato.

Dopo aver consumato il mio tacchino tricolore (molto buono) e il mio contorno misto me ne sono andato e li ho lasciati che mangiavano una pizza che probabilmente non volevano.
Spero solo sia stata apprezzata

A domani bella gente



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